La Rocca
La Rocca di Calascio è raggiungibile facilmente in auto durante tutto l’anno percorrendo la stretta strada di montagna che parte dal paese di Calascio. Al termine dei tre chilometri di asfalto si deve proseguire a piedi attraversando il borgo medievale, fino a raggiungere la Chiesa ottagonale della Madonna della Pietà e la Torre in soli dieci-quindici minuti.
Nei periodi di maggiore affluenza turistica la strada generalmente viene chiusa al transito, la Rocca quindi è raggiungibile con il servizio navetta gestito dalla Cooperativa.
In alternativa si può arrivare al borgo di Rocca Calascio a piedi percorrendo l’antica mulattiera e impiegando circa quaranta minuti, o percorrendo a piedi la strada asfaltata di 3 KM (in salita) e impiegando circa 1 ora, o noleggiando le e-byke dalla Cooperativa (previa prenotazione al num. tel. 3515512131).
La Torre centrale viene aperta dalla Cooperativa tutti i giorni dell’anno possibili (ad eccezione di forte tormenta di neve). L’ingresso è ad offerta libera.
UN PO’ DI STORIA
La Rocca di Calascio, più propriamente “Torre di Rocca Calascio”, rappresenta in senso fisico e logistico il poetico ombelico di pietra d’Abruzzo.
Posta a 1460 metri sul livello del mare e nel mezzo delle principali catene montuose della regione, la Rocca venne concepita, presumibilmente in epoca normanna (1000 dC), come torre d’avvistamento per il controllo del territorio.
La comunicazione avveniva attraverso segnalazioni di fuochi e specchi, in un sistema articolato di presidi panoramici collocati fino alla costa adriatica.
La fase medievale della sua storia, di carattere puramente militare, vide come importante protagonista il casato dei Piccolomini da Siena, al tempo signori del territorio, che la rinforzarono con la struttura perimetrale a seguito del distruttivo terremoto del 1461.
La seconda fase, rinascimentale, vide istituita la dogana per la mena delle pecore in Puglia, ed il passaggio di consegna del territorio ai Medici di Firenze, egemoni del prospero commercio della lana, che sfruttarono la costruzione ormai obsoleta nella sua originale funzione per il controllo delle numerose greggi ovine stazionanti nei dintorni, o che si avviavano alla transumanza verso la Puglia attraverso il regio tratturo, posto nella sottostante valle del Tirino.
Dopo un lungo periodo di relativa prosperità consumatosi sotto dominazione borbonica, il terremoto tornò a colpire nel 1703, devastando il castello, l’antico presidio abitativo ad esso sottostante e gran parte del borgo di Rocca Calascio.
Questo evento diede inizio ad un lungo e progressivo declino culminato nel 1957, epoca in cui il borgo si spopolò dei suoi ultimi abitanti e restò avvolto nell’abbandono e nel silenzio.
Negli anni ‘70, i primi interessati acquistarono e recuperarono ruderi nel borgo per estemporanee sortite di piacere.
Ma la svolta importante vi fu a metà degli anni ‘80 con le riprese del film Ladyhawke, evento che rese necessaria un’opera di consolidamento del castello, e che, soprattutto, diede il via ad un importante e progressivo circolo virtuoso di visibilità internazionale.
La crescente fama di Rocca Calascio spinse sempre più avventori attirati dal suo valore paesaggistico, finché, ad inizio anni ‘90, vi furono il primo insediamento permanente e le prime attività commerciali.
La storia attuale è quella di un castello inserito dalla rivista National Geographic tra i 15 più suggestivi al mondo, ricercato da artisti e registi di ogni tipo, assediato nei fine settimana e ad agosto da folle di turisti sempre più copiose, di cui beneficia, in chiave ricettiva, tutto il territorio circostante.